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Il Sole 24 ORE - Casa24

giovedì 21 febbraio 2008

Mattone al centro dopo anni di disinteresse

Dopo anni di scarsa attenzione, anni in cui la questione abitativa è stata relegata in secondo piano, essendo data sostanzialmente per risolta, la casa è tornata a essere una priorità nazionale. La generale debolezza delle politiche abitative, la carenza di un'offerta di abitazioni in affitto a prezzi accessibili, l'esiguità del patrimonio di edilizia sociale pubblica e il suo sostanziale "blocco", sono solo alcuni dei fattori alla base della criticità che il problema casa assume nel nostro Paese e in particolare nelle grandi realtà metropolitane. La legge finanziaria per il 2008, assieme alla legge varata poco tempo prima per fronteggiare l'emergenza sfratti, costituisce un corpo normativo di dimensione inedita volto ad affrontare le diverse sfaccettature del problema, così che molti commentatori hanno giudicato l'intera manovra di politica finanziaria per il 2008 come decisamente caratterizzata sul tema casa, tema che il legislatore ha cercato di sviluppare, anche se non sempre coerentemente. Poco prima del varo della legge finanziaria, infatti, la legge 222/2007 ha stanziato 550 milioni di euro per mettere case pubbliche a disposizione degli sfrattati, 150 milioni di euro per contributo alla locazione e, soprattutto, 5,5 milioni di euro per la costituzione di un, quanto mai necessario, – in un contesto dove dati precisi sulla dimensione effettiva del disagio abitativo non ve ne sono – Osservatorio (nazionale e regionale) così da poter disporre di informazioni e banche dati sull'edilizia sociale. Successivamente, con la legge finanziaria, si è andati a incidere, solo per citare alcuni degli argomenti più pregnanti, su Ici, risparmio energetico e fonti rinnovabili, mutui, incentivi al recupero, urbanistica, valorizzazione dei beni demaniali, investimenti degli enti previdenziali, eccetera. Uno dei filoni esplorati, quello contemporaneamente più rilevante e sin qui meno coltivato, è stato quello del rilancio delle politiche dell'affitto. La necessità di tale approccio non deriva solo dall'urgenza di rispondere ad alcune drammatiche tensioni sociali ma anche dalla necessità di affrontare il tema della limitata mobilità sociale e territoriale che penalizza l'Italia rispetto agli altri Paesi europei. Pertanto, la realizzazione di condizioni per il rilancio di una reale offerta locativa a prezzi accessibili diventa essenziale sia sul versante della coesione sociale che su quello della competitività del sistema Paese. Nell'ultimo decennio nel nostro Paese si è costruito meno che altrove in Europa e di questo nuovo patrimonio abitativo la quota destinata alla locazione è quasi nulla. L'esiguità dell'offerta italiana di locazioni trova la sua ragione d'essere in una molteplicità di fattori, come: la scarsa elasticità degli strumenti urbanistici; la rigidità dei meccanismi propri dell'edilizia residenziale pubblica; il difficile accesso a regimi di canoni di locazione concordata; la limitata remunerazione degli investimenti.

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